Vigne a strapiombo sul mare o su erte terrazze montane producono vini tutti da scoprire

I terreni dedicati alla viticoltura in Liguria  sono quasi esclusivamente collinari e montuosi. Il clima risulta essere decisamente influenzato dai due elementi naturali dominanti (mare e montagne), essendo caldo e ventilato sulla costa, fresco e con buone escursioni termiche nelle vallate interne e in altura. La luce e le straordinarie esposizioni sono le costanti che nobilitano e contraddistinguono le  migliori zone vitivinicole regionali, i vini conseguentemente sono fortemente improntati su evidenti caratteri marini, sia i bianchi che i rossi; vini dal temperamento mediterraneo nei quali risaltano le eleganti sapidità e gli ottimi equilibri gustativi.

Signorili è l’aggettivo che meglio li identifica, vini mai banali, amabilmente sobri, deliziosi compagni di una cucina tradizionale ricca di aromaticità, di carattere e personalità, costituita da ingredienti semplici e poco costosi  ma decisamente ricchi nei sapori. In questo contesto è evidente che il concetto di viticoltura estrema e di precisione trova la sua sublimazione; territori irti e scoscesi che abbisognano della costante presenza dell’uomo quale custode di risorse millenarie come i muretti a secco che da Dolceacqua  alle Cinque Terre, passando per Pornassio sino ad arrivare ai Colli di Luni caratterizzano il profilo dei terrazzamenti che modellano il contorno delle vertiginose colline liguri. L’uomo è l’aggregante che con il suo lavoro, forzatamente manuale, si erge ad eroe e artigiano, un artista vero e proprio che fa risorsa del lavoro più nobile del mondo: il contadino (colui che contiene la natura), mantenendo in piedi un territorio di rara bellezza e dalla struggente fragilità. Talvolta è costretto, come nel caso delle Cinque Terre, a lavorare piccolissime fasce di terra strappate alla montagna, letteralmente appeso fra cielo e mare, con la possibilità di raggiungere quelle terre unicamente a piedi, percorrendo tortuose mulattiere costruite con sassi sovrapposti e pochissima terra. Un lavoro immane che trova situazioni similari in pochissime altre zone, quali per esempio l’estrema Valle D’aosta, la Valtellina, alcune porzioni della Valpolicella, la Costiera Amalfitana, Ie pendici dell’Etna e poco altro. A compensare cotanta fatica il piacere di lavorare in contesti scenograficamente indescrivibili, come i versanti delle montagne che sovrastano Dolceacqua, Soldano e San Biagio della Cima nell’estremo ponente ligure, oppure le asperità e le pittoresche prospettive del Monte di Portofino o di Pornassio nell’entroterra Imperiese, abbinato alla soddisfazione di produrre vini straordinari e ineguagliabili anche attraverso l’utilizzo di vitigni particolarmente tipici e tradizionalmente vocati ad essere acclimatati in tali dimore.

A ponente troviamo i mitici Pigato, vini dal profilo nobiliare che con il tempo si impreziosiscono, profumati di erbe aromatiche, di pesca polposa e resine boschive, in bocca danno il meglio di sé con straordinarie estensioni di graffiante sapidità. I grandi Pigato, spesso, in evoluzione sconfinano verso la mineralità degli idrocarburi sino a diventare indimenticabili. Cambiando riviera ci soffermiamo ancora piacevolmente sullo straordinario contesto delle Cinque Terre. Il territorio di competenza alla denominazione prevede una piccola parte del Comune Della Spezia e praticamente tutta la superficie dei Comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso. Si tratta di una porzione di territorio sulla Costa ligure in provincia Della Spezia particolarmente scosceso con pendenze considerevoli che fanno precipitare la collina da 600 mt al livello del mare nel volgere di pochi metri, offrendo scenari mozzafiato e condizioni pedoclimatiche uniche al mondo dove, a farla da padroni, sono il mare, il sole e le pietre di cui il territorio è fornitissimo.

I vini che ne conseguono traggono il loro profilo sensoriale dagli elementi territoriali, molto caratterizzanti, provengono da vitigni particolarissimi (Bosco, Vermentino e Albarola) che donano caratteri inconfondibili guidati da evidente sapidità e mordente salinità. Marini con profumi iodati e di macchia mediterranea i vini della fascia adiacente al mare, ricordano la salsedine, gli scogli, il sole e la profumata vegetazione che intorno cresce spontanea. Pietrificati e diritti i vini di fascia medio alta, vini di grande soddisfazione gustativa, schivi e poco immediati, inconfondibili figli di un orgoglioso lembo di Liguria, che non si concede facilmente, anche se ricco di straripante generosità. Lo Sciacchetrà rappresenta il fiore all’occhiello di tutta la Regione, un vino passito di straordinaria espressività, avvolgente e mai stucchevole, trova equilibrio in una succosa dolcezza che si amalgama meravigliosamente in una vena salata e minerale con un lieve sottofondo tannico, vino della tradizione, l’essenza di un popolo fiero ed orgoglioso, l’ostentazione di quella ricchezza che non c’era, della fatica e della felicità. Un vino solare, simbolo di un territorio monumentale, consumato durante le feste comandate e nelle ricorrenze importanti o utilizzato come forma di bonaria corruzione. Il Cinque Terre Sciacchetrà prevede anche la tipologia Riserva e può essere immesso in commercio dal primo novembre del terzo anno dalla vendemmia. Per finire, ma non ultimo, il Principe dei vini liguri: il Vermentino, vino che definisce in maniera costante la meravigliosa fascia costiera ligure, ma che trova sulle luminose e solari colline dei Colli di Luni l’ambiente che più gli si addice. Vini avvolgenti, caldi e di grande equilibrio, gradevoli nelle sfumature fruttate di mela matura e delicatamente vegetali di erbe officinali, spesso chiudono il sorso con lunghissimi finali di gradevolissima sapidità e delicatamente ammandorlati.  Il Vermentino ( il vitigno che sente il mare) rappresenta, in una regione dove di facile c’è veramente poco e tantomeno lavorare la terra, il vessillo della svolta qualitativa di una generazione di giovani produttori vogliosi di ripercorrere le tracce, pesanti e profonde, lasciate sul terreno dai loro avi. Infine non vogliamo dimenticare il carattere generoso della Granaccia, l’eleganza e la pura freschezza di Bianchetta, Albarola e Lumassina, oltre alla fragrante succosità del Ciliegiolo e di numerosi altri vini che contradistinguono la Regione dalle vigne sospese.